Letteratura
“60 ANNI DI AMICIZIA ALL’INSEGNA DEL CANOTTAGGIO”
Il libro scritto a quattro mani da Franco Stener e Luciano Michelazzi, con il progetto grafico di Chiara Nicoletti, ed edito dal Comitato Regionale della Federcanottaggio del Friuli Venezia Giulia, ripercorre la storia dell’Incontro Esagonale Giovanile, un evento sportivo nato nel 1958 e che ha avuto il pregio di raccogliere sotto la propria egida la storia politico-sportiva del Nord-Est d’Italia, come anche quella delle Nazioni contermini, Austria, Slovenia e Croazia.
- Da pag. 001 a pag. 025
- Da pag. 026 a pag. 065
- Da pag. 066 a pag. 101
- Da pag. 102 a pag. 139
- Da pag. 140 a pag. 171
- Da pag. 172 a pag. 195
- Da pag. 196 a pag. 221
- Da pag. 222 a pag. 239
- Da pag. 240 a pag. 256
“LOTTA AL DOPING PER UNO SPORT PULITO”
Atti del Convegno tenutosi sabato 30 settembre 2017 presso l’Hotel Savoia Excelsior Palace a Trieste. L’iniziativa targata Comitato Regionale della Federcanottaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la struttura triestina del Gruppo Starhotels, ha visto dei relatori di primissimo piano, con culmine l’attesissimo intervento del Prof. Sandro Donati.
- Sarcinelli – “Doping ed informazione, un rapporto ambiguo”
- Moneghini – “L’uso, l’abuso ed il misuso delle sostanze dopanti”
CITY SPORT – INSERTO CANOTTAGGIO 10 APRILE 2017
Il settimanale sportivo City Sport dedica nell’uscita del 10 aprile 2017 un inserto di 8 pagine interamente dedicato al mondo del canottaggio ed in particolare alle Società del Friuli Venezia Giulia, con un’interessante panoramica a 360° dell’attività remiera da Muggia fino a Lignano. Spazio anche all’importantissima manifestazione dell’Incontro Esagonale Giovanile, che quest’anno vedrà lo svolgimento della sua sessantesima edizione a San Giorgio di Nogaro.
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AUXILIA – SOCIAL NEWS MARZO 2016
Il mensile della onlus Auxilia ha dedicato l’intero numero di marzo 2016 al tema ”Sport e Disabilità”, argomento mutuato dal recente Convegno organizzato lo scorso 30 gennaio 2016 presso il Palazzo della Regione FVG dal Comitato Regionale della Federcanottaggio, in collaborazione con la Consulta Disabili del Friuli Venezia Giulia. Sono diversi i contributi proprio da parte dei relatori presenti al Convegno e grande spazio è stato dato anche al canottaggio, con i progetti portati avanti negli ultimi anni dal Comitato Regionale e l’attività con gli Special Olympics presso la STC Adria 1877, che quest’anno taglia il traguardo dei dieci anni. La rivista, che ha una tiratura di qualche migliaio di copie, oltre ad essere stata distribuita con il giornale sportivo giuliano “City Sport” nell’uscita del 03 maggio 2016, ha raggiunto tutta Italia, essendo di fatto l’organo ufficiale di Auxilia.
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DIARIO DI BANCA n°1/2016
La rivista trimestrale della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano, concede spazio sul primo numero dell’anno a Beatrice Millo, vincitrice della Rosa di Cristallo dell’Associazione Commercianti al Dettaglio della Provincia di Trieste.
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KONRAD n°215
La rivista Konrad, il mensile del vivere naturale, prova a sfatare il mito del canottaggio “sport minore”.
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CONVEGNO SPORT E DISABILITA’
Atti del Covegno che si è tenuto presso la Sala Predonzani del Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste il 30 gennaio 2016.
- Ambrosio – Sport e Disabilità a Scuola: Parte 1 – Parte 2 – Parte 3
- Lo Faro – SuperAbile: Parte 1
- Lo Faro – Una Paralimpiade IN…SuperAbile: Video
- Tavian – Sci e disabilità: Foto 1 – Foto 2 – Foto 3
- Tavian – Slalom Gigante Paralimpiadi Torino 2006: Video
- Bruss – La Consulta Disabili ed il Progetto Amareterapia: Video
- Zulian – Sport e Disabilità, aspetti psicologici: Parte 1
- Müller, Benedetti e Carantini – Un mondo in equilibrio: Parte 1
- Müller, Benedetti e Carantini – Bolle in parco: Video
- Magrin – Lo sport nella riabilitazione post-trauma: Parte 1 – Parte 2
- Ansaldi – Introduzione al Pararowing: Parte 1 – Parte 2 – Parte 3
- Ansaldi – Rowing for Rio 2014: Video
I QUADERNI DE LA VOCE (INDIPENDENTE) DELL’ANAC n°18
All’interno di questo numero della rivista dell’Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio è presente un interessante articolo di Pietro Milos, Consigliere del Comitato Regionale FVG, atleta del Circolo Marina Mercantile “Nazario Sauro”, che nel periodo maggio-agosto ha allenato la squadra di canottaggio di Ho Chi Minh City in Vietnam, ed in questo pezzo racconta proprio la sua esperienza nel sud-est asiatico.
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VELE SPIEGATE n°28
La rivista della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano, propone sul numero di marzo 2015 un breve reportage sul canottaggio regionale, dal titolo “Remare per il futuro”.
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I QUADERNI DE LA VOCE (INDIPENDENTE) DELL’ANAC n°16
Atti del Seminario sul Pararowing, tenutosi a Trieste l’8 novembre 2014, pubblicati sul n° 16 della rivista dell’Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio.
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SOT LA NAPE: “Il Circolo Canottieri Lignano tra storia e attualità”
E’ uscito lo scorso anno sulla rivista della Società Filologica Friulana un interessante articolo a cura di Franco Stener, che ripercorre la storia dell’ultima nata tra le Società remiere del Friuli Venezia Giulia, il Circolo Canottieri Lignano.
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I QUADERNI DE LA VOCE (INDIPENDENTE) DELL’ANAC n°15
Il resoconto dell’importante Seminario sul Pararowing, tenutosi a Trieste l’8 novembre 2014, pubblicato sul n° 15 della rivista dell’Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio.
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SEMINARIO: “PARAROWING: COME FAVORIRE L’INTEGRAZIONE SOCIALE ATTRAVERSO LO SPORT
Primo resoconto dell’importante Seminario, tenutosi a Trieste l’8 novembre 2014.
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ANNUARIO FIC 2014
Questo volume racconta l’intera stagione 2014 attraverso tutti i risultati nazionali e internazionali e presenta la nuova carta d’identità della Federazione Italiana Canottaggio con tutti i dati aggiornati relativi agli organi federali, ai Comitati, alle Società e, in generale, al mondo remiero.
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SOGNAVO IL TOUR DE FRANCE (ma non avevo la bicicletta)
Recensione di Maurizio Ustolin
Che Emilio Felluga fosse uomo di sport, nessuno dubitava, che fosse un appassionato di canottaggio…nemmeno, ma che riuscisse nell’impresa di pubblicare un suo libro da leggersi tutto d’un fiato, questo meraviglia piacevolmente tutti noi che lo conosciamo. Sono rimasto stupito sin dalle prime sue pagine, perché “Sognavo il Tour de France” è un libro coinvolgente e geniale, che parla di tutti noi, del canottaggio regionale e nazionale, come della Trieste sportiva in generale. Tappe, per adeguarsi al titolo, importanti, fondamentali, che hanno sempre visto Emilio protagonista, nella semplicità e modestia, con il suo carattere e la sua competenza, conditi da un pizzico di quello “humor istro-triestino”, che hanno fatto di lui una persona speciale. Il suo segreto? Quando vai a parlare con lui, con il Presidente del CONI Regionale del Friuli Venezia Giulia, dopo poco che ci sei davanti, ti accorgi che stai dialogando con un amico, con una persona che ti sembra di conoscere da sempre, ed è allora che i rapporti si coinvolgono, si intrecciano, si fortificano. Le quasi 300 pagine del libro ripercorrono la storia di questo nostro microcosmo senza confini, con protagonisti i grandi ed i piccoli che hanno scritto le pagine più importanti del nostro sport, mentre tra le righe si erge la figura di chi per lo sport e con lo sport ha dedicato una vita: Emilio Felluga.
55° INCONTRO ESAGONALE GIOVANILE
Pubblicazione celebrativa della cinquantacinquesima edizione dell’Incontro Esagonale Giovanile di canottaggio per le rappresentative del Friuli Venezia Giulia, Veneto, Slovenia, Istria Croata, Carinzia e Austria Superiore, disputatosi a San Giorgio di Nogaro il 15 settembre 2012.
LO SPORT GIULIANO-DALMATO IN CAMPO E NELLA STORIA
Intervento con note a margine (riproduzione vietata) tenuto da Ferruccio Callegari nell’ambito del Convegno “Lo Sport Giuliano-Dalmato in campo e nella storia” tenutosi a Roma il 21 settembre 2011.
- Il canottaggio nella Venezia Giulia e Dalmazia: passione ed emozioni
- ““I Quaderni” n. 2/2012 del Centro Ricerche Storiche di Rovigno – da pag. 275
CENTOVENT’ANNI IN VOGA
Un libro di altissima qualità, un libro un po’ esclusivo, dal sapore antico. Stampato con colori speciali su carta trattata con una vernice “setata”. Una raccolta di documenti inediti provenienti dai circoli più esclusivi di tutta Italia. Il libro racconta la storia del canottaggio italiano dalla nascita a metà dell’800 dei primi Circoli a Torino, Milano, Como, Firenze, Trieste, Roma e Napoli ad oggi, ma in particolare dal 1888 anno in cui nasce la Federazione Italiana Canottaggio. Spettacolare è la raccolta di documenti storici che provengono dai Circoli di Canottaggio di tutta Italia con Re e Principesse che vogano sui fiumi italiani, foto di regate internazionali di inizio ‘900 fino ai grandi campioni alle Olimpiadi di Pechino. Il canottaggio italiano ha vissuto momenti di grande passione e di trionfi, basti pensare agli ori Olimpici con i fratelli Abbagnale che tutti conoscono e che tutti ricordano nella telecronaca di Galeazzi ai Giochi Olimpici di Seoul ma le vittorie non si contano ai Campionati Europei e Mondiali. Il testo, realizzato da Enrico Tonali, memoria storica della Federazione Canottaggio e da Franco Morabito, giornalista di grande esperienza, percorre l’intera storia del canottaggio ed è arricchito da numerosi box con foto e curiosità interessanti di personaggi che hanno praticato questa disciplina, dal padre della Pricipessa Grace Kelly, John Kelly vincitore di ben 3 medaglie d’Oro in due Olimpiadi a D’Annunzio fino al Duca D’Aosta, socio onorario del Circolo Saturnia di Trieste. E per gli appassionati il libro chiude con i medaglieri, gli ori Olimpici, Europei e Mondiali di tutte le categorie.
TRUE BLUE – SFIDA SUL TAMIGI
Nell’aprile 1986, dopo dieci vittorie consecutive, l’equipaggio di Oxford viene sconfitto da quello di Cambridge al termine della tradizionale “Boat Race”, l’annuale gara di canottaggio tra le due più antiche università d’Inghilterra. Nei mesi successivi un gruppo di studenti americani arriva ad Oxford e viene ingaggiato per mettersi agli ordini dell’allenatore Daniel Topolski, che sta preparando la squadra per la gara dell’anno successivo. Gli americani non sono accolti tutti alla stessa maniera. Comincia il lavoro, cinque ore al giorno per sei mesi, ossia tutta la durata del rigido inverno inglese. Ma, oltre alla fatica, cominciano ad affiorare dubbi sulla validità del metodo di lavoro scelto da Topolski. I contrasti si fanno sempre più aspri, finchè si arriva ad un duro scontro tra Donald MacDonald, presidente della squadra, e i rematori americani. Questi ultimi cercano di ottenere le dimissioni di Donald. Non ci riescono e, sei settimane prima della gara, abbandonano la squadra. Con pazienza, Topolski, al quale viene confermata la fiducia, riesce a trasformare l’equipaggio di riserva nella squadra che vincerà l’edizione 1987 della competizione.
ANNUARIO FIC 2011
Questo volume racconta l’intera stagione 2010 attraverso tutti i risultati nazionali e internazionali e presenta la nuova carta d’identità della Federazione Italiana Canottaggio con tutti i dati aggiornati relativi agli organi federali, ai Comitati, alle Società e, in generale, al mondo remiero.
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CANOTTIERI GAVIRATE 1960-2010
E’ apparso nei giorni scorsi il libro “Canottieri Gavirate – Mezzo Secolo di Storia – 1960-2010” in cui Ferruccio Calegari rievoca la nascita, sul lago di Varese, della Canottieri Ignis, allora uno dei fiori all’occhiello del Comm. Giovanni Borghi, gran patron della fabbrica degli “elettrodomestici bianchi” cresciuta sulle sponde del lago, che diede vita anche a numerose iniziative nel mondo dello sport. E dopo le Olimpiadi di Roma del 1960 “esplose” la grande idea di attivare anche una società remiera, per molti anni con la gialla insegna della Ignis ed in seguito, quando la grande industria fu costretta a rivedere i suoi programmi nel mondo dello sport, il sodalizio, divenuto nel frattempo Canottieri Gavirate, poté proseguire nel suo positivo percorso, divenendo oggi una delle più importanti realtà del canottaggio italiano. E questa lunga storia è rievocata nei dettagli da Ferruccio Calegari, accennando ai primi pionieri Martinoli e Prina, ricordando lo strepitoso successo nel due senza timoniere dei triestini Petri e Mosetti passati dalla Ginnastica Triestina alla Ignis, conquistando il titolo europeo a Copenaghen nel 1963, periodo in cui il campionato europeo “aperto” agli oltre oceano aveva una valenza mondiale. Ed in seguito tanti altri campioni “nati in casa” ne onorarono l’azione ed il più noto è Elia Luini, che successivamente cambiando casacca ha continuato l’attività di vertice in maglia azzurra. Uno spaccato di storia e di immagini che ci riporta ad un periodo del pionierismo che con valore e passione ha accompagnato lo sviluppo del canottaggio italiano. E alla guida tecnica del sodalizio oggi troviamo, ricco di idee, un campione del canottaggio siciliano, Giovanni Calabrese, che con i colori della Gavirate nel 2000 alle Olimpiadi di Sydney vinse il bronzo del doppio ed oggi dispensa la sua tecnica ai giovani varesini, mentre il settore disabili è affidato alla guida di Paola Grizzetti, azzurra alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. E da molti anni alla presidenza c’è Giancarlo Pomati, un appassionato di vecchia scuola oggi talvolta in gara con i “master”.
CANOTTAGGIO E SCUOLA IN EUROPA
Atti della Conferenza/Seminario che si è tenuta a Trieste il 10-11 dicembre 2010.
- “Aspetti psicopedagogici del canottaggio“
- “Scuola e Canottaggio in Australia“
- “Remare a Scuola – Un’esperienza motoria ad alto valore aggiunto“
- “School Rowing in Croatia 2000-2010“
- “Gli effetti della pratica del Canottaggio sul corretto sviluppo nei preadolescenti e adolescenti“
- “Esperienze tra il Canottaggio e la Scuola in Italia“
- “Education and Rowing in Great Britain“
- “School-Rowing in Austria“
BLOOD OVER WATER
In una giornata ventosa e nuvolosa di aprile 2003, David e James Livingston hanno gareggiato l’uno contro l’altro nella 149esima Oxford-Cambridge “Boat Race”, visti da oltre sette milioni di persone. Era la prima volta che dei fratelli combattevano l’uno contro l’altro in questa tradizione gladiatoria e tipicamente britannica da più di cento anni. Solo uno può essere vittorioso. In questo libro, David e James raccontano le loro storie per la prima volta, dando uno sguardo intimo in uno dei meno compresi, ma più amati dei nostri eventi sportivi nazionali. James, seguendo le orme della sua famiglia, è uno studente presso il St Catharine’s College di Cambridge, mentre David, volendo sfuggire all’ombra del fratello, si iscrive al Christ Church College dell’Università di Oxford. La coppia si sottopone a carichi di allenamento quasi oltre ogni limite e le loro storie rivelano la rivalità tra queste antiche e importanti istituzioni. Scritto con narrazione alternata, “Blood over Water” è un’emozionante ricerca di se stessi e la messa alla prova di un rapporto fraterno nel momento dello scontro sportivo. Il desiderio fervente di David di battere il suo fratello maggiore lo spinge in avanti, ma scava un cuneo impenetrabile tra i fratelli. Mentre si avvicina la gara non sono in grado neanche di parlare tra di loro. E’ solo dopo la gara, mentre James è alle prese con gli esami finali di Cambridge, che cominciano a ricostruire il loro rapporto in frantumi, danneggiato dalla loro ricerca di un sogno condiviso. Non solo un racconto per gli appassionati di sport, “Blood over Water” guarda anche al lato oscuro della rivalità tra fratelli e va fa chiedere quello che sareste disposti a sacrificare per raggiungere i vostri sogni.
IL PACIFICO A REMI
Non pago della traversata a remi dell’Atlantico compiuta nel 2006, il 21 febbraio 2008 Alex Bellini parte per attraversare il Pacifico a remi, in solitaria. Per raggiungere l’Australia, dal Perù, dovrà superare dieci fusi orari, oltre diciassettemila chilometri e misurarsi con più di quindici milioni di remate. Una prova di resistenza fisica, ma soprattutto psicologica. Un’avventura ai confini dell’epica nella quale Bellini è riuscito a non sentirsi mai solo, grazie al sostegno costante di migliaia di persone che lo seguivano tramite il web e la radio, ma soprattutto grazie al sentimento di fusione totale con il mare che lo circondava. Un mare non sempre benevolo. Dopo aver affidato alla scrittura i suoi pensieri, giorno dopo giorno, ci rende ora partecipi di cosa abbia significato per lui tutto quel tempo in mare, solo: «Era come se il mondo delle terre emerse fosse scomparso d’improvviso». Ma è proprio quando il tempo si dilata all’infinito che si scopre ciò che più conta nella vita di ognuno. Nei suoi dieci mesi di navigazione, Alex imparerà così che il valore di un uomo non si misura con i traguardi raggiunti, ma con i sogni che lo tengono in vita. E questo, infatti, è anche il racconto della storia d’amore con sua moglie Francesca, che da terra non smetterà mai di spronarlo a continuare.
ALEX BELLINI
Nato ad Aprica, in provincia di Sondrio, nel 1978. Ha frequentato per tre anni la facoltà di Scienze Bancarie a Milano. Nel 2001 ha partecipato alla Marathon des Sables ed è stato allora che ha capito chiaramente che nella vita desiderava soprattutto inseguire le emozioni che solo una vita avventurosa poteva garantirgli. Nel 2002 e nel 2003 ha partecipato all’Alaska Ultrasport. Dal 2004 si è dedicato all’ocean rowing e ha portato a termine, nel 2006, la durissima traversata a remi in solitaria dell’Atlantico raccontata nel suo primo libro Mi chiamavano montanaro (2007).
ANNUARIO FIC 2010
Questo volume racconta l’intera stagione 2009 attraverso tutti i risultati nazionali e internazionali e presenta la nuova carta d’identità della Federazione Italiana Canottaggio con tutti i dati aggiornati relativi agli organi federali, ai Comitati, alle Società e, in generale, al mondo remiero.
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KIMBERLY
Film ispirato dal racconto “Mouche” dello scrittore francese Guy de Maupassant.
Michael, Bob, Walter e Scott, quattro trentenni sono amici da sempre, escono sempre insieme in giro per locali, praticano assieme canottaggio. La loro amicizia procede a gonfie vele fino a quando un giorno si imbattono in una visione che sconvolgerà le loro vite: Kimberly. Lei non è solo bella, ma anche brillante, intelligente, divertente ed esperta vogatrice, ma soprattutto è single. I quattro si sforzano di rispettare un impegnativo patto reciproco: non corteggiarla e non fare all’amore con lei. Michael, Bob, Walter e Scott sono a loro modo affascinanti. Ognuno incarna un ‘tipo’ diverso: il romantico, il timido, l’intellettuale, il simpatico. Kimberly, dopo averli aiuti negli allenamenti per la regata annuale di canottaggio, inizia a ricevere le avance dei ragazzi, ognuno dei quali impazzisce per lei. A lei piacciono tutti e quattro ed inizia a uscire una volta con l’uno, una volta con l’altro. Tutto si complica quando Kimberly scopre di essere incinta. E non vuole dire chi è il papà.
L’ONDA DELL’INCROCIATORE
Trieste, 1935. Ario e Berto, due giovanotti nati e cresciuti nel mandracchio, si preparano ad accogliere i reduci della Guerra d’Africa: tricolori a tutte le finestre, cittadinanza in festa. Hanno preparato uno scherzo alla sorellastra di Berto, loro amica d’infanzia, e al suo giovane e statuario amante, Eneo, canottiere, campione inespresso: la maona che ospita i loro incontri amorosi potrebbe affondare da un momento all’altro, costringendoli a venire allo scoperto. Intanto, l’onda degli incrociatori in arrivo, per festeggiare i reduci, scuote i giovanotti dal torpore febbrile per l’azione in corso. Devono sbrigarsi. Sarà una giornata memorabile, ma non per quel che Ario e Berto avrebbero voluto: e mentre l’irreparabile sta per avvenire – e non toccherà alla coppia clandestina, ma a un innocente – scopriamo la loro storia.
Ario era affascinato dalle regate di San Francisco. Sua madre diventava matta al solo pensiero: suo padre se ne era andato proprio per quella ragione, qualche anno prima. Il ragazzo, senza saperne niente, sognava di andare in America. Cos’era per lui l’America? Praterie e grattacieli. Come al cinema. Era qualcosa di grande – la nazione della città più grande del mondo, quella dove si diventava miliardari, come gli avrebbe detto Eneo, da semplici atleti. Molto semplice, tutto qui. Una fantasia.
La piccola Lidia, sua coetanea, gliela fa vedere ogni tanto, un’altra America, molto volentieri, in camerino: purché ci sia anche suo fratello Berto. Nel tempo, pur di vederla ancora nuda, andranno a processarla – per gelosia – e la costringeranno a distendersi su una lastra rovente, da un lato e dall’altro. Sono ancora ragazzini e non c’è eccessiva malizia. Lidia li lascia fare. Si lascia fare tutto. La malizia arriverà nel tempo, quando Lidia si farà donna e preferirà la compagnia di Eneo a quella degli amichetti; ritrovandosi, come rivale, la madre dell’atleta.
Da sempre, Ario soffriva per le frequentazioni notturne della mamma. È una donna sola, ma istintivamente lui vorrebbe così restasse; che fosse sempre, assurdamente, fedele a quel padre lontano che lui nemmeno ricordava d’aver conosciuto, e che raccontava in giro scrivesse lettere tutte dello stesso tono: “ritornerò”.
Eneo Sigòn, giovane e promettente canottiere, è come Ario e Berto un figlio della Trieste povera e innamorata del mare. Bello e stupido, è un talento che non vince nessuna competizione, a dispetto delle promesse; vincono degli outsider, giovanotti come i due amici, senza che nessuno se l’aspetti. Eneo, intanto, si dà alle belle donne e alla bella vita, scapestrato e dissoluto.
Lidia è l’oggetto delle prime, consapevoli curiosità erotiche di Ario e del suo fratellastro. Ne sono tanto attratti che diventano morbosi: picchi di eccitazione rispondono ai racconti sulle imprese e sulle esperienze di lei, raccontate con toni ossessivi da Berto, di solito. Ario fantastica e si identifica, come fosse stato presente; sarà terribile, in un certo senso, scoprire che il suo patrigno l’ha spogliata nuda, di fronte a Berto, e l’ha “esaminata” per scoprire se era ancora vergine. Sarà come se Ario fosse stato l’amico, là con la lampada in mano, e il patrigno, malato della nudità di lei.
Ario e Berto stanno scoprendo le cose della vita: l’ambizione, l’antagonismo, il desiderio, la vendetta, l’invidia. E le stanno scoprendo dentro casa. Lo scherzo che hanno tramato non è divertente ed è pericoloso: diventerà micidiale per un povero alpino che si ritrova nella maona al posto della coppia. E così, a completare la formazione dei due ragazzi, verrà a fare capolino la morte: una morte di cui saranno responsabili. Forzando molto la mano, si può leggere in questo epilogo un’allegoria delle future vicende belliche italiane; considerato che la vicenda si svolge, non nella memoria ma negli eventi, proprio in un giorno di festa per la campagna d’Africa, è difficile non tenere presente quanto luttuosi saranno gli anni successivi, e per quale causa. Così, il desiderio prima infantile e poi adolescenziale per una giovane donna – il desiderio della carne, della bellezza, del possesso della bellezza – si fa simbolo dell’imperialismo italiano, che avrebbe decimato i nostri figli e impoverito e precipitato nella sudditanza la nostra Nazione. Il romanzo, datato 1947, è stato scritto nel 1945: probabilmente, nell’inconscio dell’artista istriano, questo s’annidava.
PIER ANTONIO QUARANTOTTI GAMBINI (Pisino d’Istria [Pola], 1910 – Venezia 1965)
Bibliotecario, poeta, giornalista, saggista e scrittore italiano, figlio di Giovanni Quarantotto da Rovigno, patriota irredentista, e Fides Histriae Gambini, da Capodistria. Studiò a Capodistria e si laureò in Legge a Torino. Esordì in letteratura col volume di racconti I nostri simili (Solaria, Firenze 1932), cui fece seguito nel ’35 il romanzo La rosa rossa e nel ’39 Le trincee, giudicato da più parti come uno dei romanzi esemplari della letteratura italiana di quegli anni. Dopo la guerra, pubblicò il suo libro più celebrato, L’onda dell’incrociatore, e poi Primavera a Trieste (1951), Amor militare (1955), Il cavallo di Tripoli (1956), La calda vita (1958), Sotto il cielo di Russia (1963), Luce di Trieste (1964), I giochi di Norma (1964). In edizione Mondadori (1965) è anche uscito Racconto d’amore – Il vecchio e il giovane (carteggio Saba-Quarantotti Gambini 1930-1957).
SULL’ACQUA
Nel 1944 ad Amsterdam, una città sconvolta dai bombardamenti, il giovane Anton torna con la mente all’estate del 1939, all’ultimo periodo di felicità prima dell’invasione tedesca, alla città piena di vita e al suo quartiere nei pressi dell’acqua. Ricorda con nostalgia il suo amore per il fiume e le lunghe, esaltanti vogate insieme all’amico David, quando, entrambi diciassettenni, si allenavano instancabili e sentivano di poter sfidare il mondo. Per Anton e David, diversi per carattere ed estrazione sociale (Anton è già costretto a lavorare, mentre David, studente liceale, appartiene a una ricca famiglia, forse ebraica), la barca rappresenta un riscatto, il mezzo per conquistare l’indipendenza, l’emancipazione dai genitori.
C’è la fatica, certo, ma soprattutto la gioia che dà la consapevolezza di potercela fare. In barca Anton sente dietro sé lo sguardo e il respiro di David e impara a conoscere il proprio corpo, a valutarne le capacità e a sfidarle, a capire che può raggiungere traguardi più alti.
Sarà il tedesco Schneiderhahn, l’allenatore enigmatico e solitario, a fare di loro dei veri campioni, pronti per affrontare le Olimpiadi del 1940. Quelle Olimpiadi di Helsinki che non furono mai celebrate.
L’estate è calda, il fiume scorre lento e imponente, Anton e David, vogando, formano un tutt’uno con la barca, il fiume e il cielo, un’unità armoniosa attraverso odori e colori quasi palpabili, una irripetibile felicità di sensazioni fisiche.
L’acqua, amica e compagna, è al centro della loro grande avventura.
La guerra rimane sullo sfondo, ma la casa della famiglia di David, nel Vondelpark di Amsterdam, nel 1945 è vuota.
H.M. VAN DEN BRINK (1956)
è giornalista e scrittore. Dirige la VPRO, una delle emittenti televisive nazionali più importanti dei Paesi Bassi. E’ l’autore di opere sulla cultura delle Antille Olandesi, sugli Stati Uniti e sulla tauromachia. Nel 1993 è apparso il suo primo romanzo De vooruitgang (Il progresso), che è entrato nella rosa dei finalisti del “Libris Literatuurprijs”. Sull’acqua è stato selezionato per il “Generale Bank Literatuurprijs” del 1998 e per il “Libris Literatuurprijs” del 1999, due tra i più importanti premi letterari per la narrativa neerlandese. Sul quotidiano “Vrij Nederland”, Carel Peeters ha scritto: “Il romanzo di H.M. van den Brink ha tutti i presupposti per diventare un classico: la sua costruzione perfetta e la naturalezza della narrazione lasciano un’impressione indelebile”.
Leggi alcuni passi (versione inglese).
Ultimo aggiornamento
16 Novembre 2023, 16:39